Protezione certificata dei ponti in calcestruzzo

10 anni di test sul campo

Proteggere il calcestruzzo delle strutture è un argomento di primaria importanza, come sosteniamo da sempre in Ecobeton. Purtroppo questo aspetto è troppo spesso sottovalutato da progettisti e imprese esecutrici, che non considerano invece quanti benefici produca la protezione in termini di durabilità, sicurezza e risparmio in futuri investimenti di ripristino.

Perché è così difficile misurare l’efficacia nel tempo? E quali conseguenze ci possiamo aspettare da un trattamento non efficace?
Se siete della categoria di persone che dicono: “non ho mai messo nulla sopra al calcestruzzo, ed è sempre andato bene così”, potete pure smettere di leggere; non troverete nulla di interessante qui.

Il tema di misurare l’effettiva efficacia di un trattamento protettivo non è banale, tanto da indurre la Commissione Europea ad introdurre una norma specifica, la EN 1504-2, sulla “Protezione e riparazione delle strutture in calcestruzzo 1”.

Questa norma, oltre a definire quali prestazioni e requisiti deve avere un prodotto per la protezione, stabilisce che il sistema di marcatura CE per proteggere le strutture sia in classe 2+.
E’ previsto un controllo annuale del sito produttivo e dei controlli di qualità svolti da parte di un ente notificato. Non si tratta quindi di una auto dichiarazione, come spesso avviene per altre categorie di prodotti da costruzione, a conferma del fatto che questo è un tema molto delicato.


Proteggere il calcestruzzo, i metodi a disposizione.

I sistemi previsti per proteggere il calcestruzzo delle strutture sono 3: il rivestimento (coating), l’impregnazione idrofobica e l’impregnazione.

Lo scopo di tutti questi sistemi alla fine è quello di evitare l’ossidazione (o il pitting 2 dei ferri d’armatura, che alla lunga e in modo subdolo portano al collasso delle strutture. Quindi evitare l’ingresso di acqua e cloruri, bloccare o almeno rallentare il processo di carbonatazione, resistere ai cicli di gelo/disgelo e così via.

Protezione coating di un pavimento in calcestruzzo

Rivestimento (coating)

La sfida del coating, quindi pitture anticarbonatazione e malte a basso spessore, è quella di rimanere continue e ben adese al supporto, oltre che resistere all’usura degli agenti atmosferici. Ogni discontinuità generata, per esempio da una forte grandinata o da una fessurazione, sarà un punto di innesco per il degrado.

Protezione impregnante idrofobica del calcestruzzo

Impregnazione idrofobica

L’impregnazione idrofobica è sembrata subito una alternativa promettente, tuttavia veramente pochi prodotti hanno saputo resistere alla prova del tempo. In questo caso i raggi UV e altre interazioni chimiche hanno spesso accorciato il ciclo di vita di questi trattamenti.

Protezione impregnante del calcestruzzo

Impregnazione

Apparentemente simile a quella idrofobica, l’impregnazione in realtà va a saturare fisicamente i micropori della matrice cementizia, creando una barriera molto più resistente nel tempo, specialmente se si usano prodotti minerali tipo Evercrete Vetrofluid.


Monitoraggio e controllo, i grandi assenti.

l problema comune a tutti e tre i sistemi di protezione del calcestruzzo è che i risultati ottenuti in laboratorio, in ambiente controllato, possono differire di molto da quello che avviene nella realtà.
Nel mondo reale, nonostante le dichiarazioni di buona volontà, i manuali di manutenzione dell’opera, i protocolli ministeriali e chi più ne ha più ne metta, le opere dopo la realizzazione e specialmente nei primi decenni vengono spesso abbandonate a se stesse.

Degrado e rottura del calcestruzzo abbandonato

Opera in calcestruzzo abbandonata, completamente degradata e con gravi rischi strutturali.

Nessuno controlla se sono intervenute microfessurazioni che hanno rotto la continuità del coating protettivo, creando un’autostrada preferenziale all’ingresso di acqua e cloruri verso i ferri d’armatura.

Nessuno controlla se il trattamento impregnante sia ancora efficace dopo qualche anno, e che stia effettivamente bloccando la carbonatazione.

Nessuno va a vedere nei punti più critici, per esempio dove l’acqua scola, se il calcestruzzo è effettivamente ancora protetto. Almeno fino a quando non si vedono dei segni chiari di ossidazione: qualche volta un po’ troppo tardi per intervenire in modo economico e sostenibile.

L'efficacia testata negli anni di Evercrete Vetrofluid.

Evercrete Vetrofluid, protezione totale del calcestruzzo

Evercrete Vetrofluid in Ecobox da 20 Kg.

Le autostrade tedesche (all’epoca Autobahndirektion Nordbayern, oggi Autobahn GmbH) hanno deciso di commissionare uno studio/monitoraggio su base annuale dei loro ponti di nuova realizzazione.

Nel 2007 abbiamo trattato con Evercrete Vetrofluid numerosi ponti nel nord della Germania. Da allora, ogni anno il laboratorio incaricato Betotech GmbH ha valutato l’attacco da parte dei sali disgelanti, la penetrazione dei cloruri e l’abrasione.

Nella lettera che abbiamo recentemente ricevuto, dicono:

Lettera di referenza per Evercrete Vetrofluid della Betotech GmbH.

Lettera di referenza per Evercrete Vetrofluid della Betotech GmbH.

“Le strutture dei ponti trattati con EverCrete Vetrofluid sono ancora in ottime condizioni dopo più di 10 anni, quindi si può dire che il prodotto EverCrete Vetrofluid ha protetto molto bene il calcestruzzo.”


Abbiamo dovuto aspettare un bel po’ per avere un riscontro del genere: la prova sul campo dell'efficacia di Evercrete Vetrofluid nella protezione a lungo termine delle opere in calcestruzzo è quella più importante di tutte, specialmente se eseguita in regioni dove piove molto, nevica e si usano sali disgelanti.


Quindi, se avete del calcestruzzo da proteggere, che sia su un ponte, un aeroporto, una struttura interrata oppure il pavimento di un edificio industriale chiamateci subito: siamo qui per dare una mano!


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Protezione certificata dei ponti in calcestruzzo
Ecobeton Italy srl, Alberto Carollo 11 settembre, 2023
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